Ad oltre cent’anni dalle prime sperimentazioni effettuate dal Dott. Timeus, il 30 settembre 2024, dopo una lunga fase progettuale e un po' di attesa a causa delle avverse condizioni meteorologiche, è stato possibile far partire un’articolata sperimentazione idrogeologica che ha lo scopo di chiarire le modalità di alimentazione dell’acquifero del Carso Classico da parte delle acque dei Fiumi Vipacco e Isonzo.
In due diversi siti, in corrispondenza di un inghiottitoio nei pressi di Gabria (VIP) in sponda sinistra del Fiume Vipacco e nel Pozzo presso il Castel Nuovo (CST) a Sagrado si sono iniettate delle specifiche sostanze coloranti che permettono di tracciare i movimenti delle acque sotterranee dai fiumi fino alle sorgenti carsiche.
Sono stati selezionati diversi punti dove le acque sono state campionate una o due volte al giorno. Dodici sono i punti di campionamento delle acque superficiali, mentre sette quelli di grotte o pozzi, di cui sei censiti nel catasto speleologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: Grotta Andrea (AND), Abisso Samar di Ricky (SAM), Cavernetta presso Comarie (COM), Grotta del Proteo (PRO), Pozzo presso la cava di Polazzo (POL), Pozzo primo di Castelvecchio (MAR).
Figura 1 Punti di iniezione del tracciante (CST e VIP) e punti di campionamento delle acque.
Grazie all’installazione di 8 fluorimetri da campo, tre dell’Università di Trieste, tre del Laboratorio Speleologico di Tecniche Fluorimetriche di Farra d’Isonzo, uno del Servizio Geologico della Regione FVG e uno del Geological Survey Institut di Lubiana, e il campionamento giornaliero nei diversi siti tra sorgenti, laghi carsici e grotte è stato possibile determinare tempi e direzioni di transito delle acque marcate.
Figura 2 Fase di iniezione del tracciante in un inghiottitoio lungo il fiume Vipacco.
In 10 dei punti di campionamento delle acque inoltre sono stati installati dei fluocaptori (a carbone attivo) procurati dal L.S.T.F. di Farra d’Isonzo.
Figura 3 Set di fluocaptori per l’installazione sul campo.
I risultati di tale sperimentazione hanno valenza non solo scientifica, ma permettono di chiarire la natura del reticolo di grotte che drenano il carso isontino e di porre le basi per una migliore protezione e salvaguardia delle acque captate dagli acquedotti italiano e sloveno.
Figura 4 Installazione strumenti nella Grotta Samar di Ricky.
Il tracciamento è stato organizzato dal Dipartimento di Matematica, Informatica e Geoscienze dell’Università di Trieste all’interno del progetto KRAS-CARSO II (Activity 2.1).
La sinergia di intenti tra i ricercatori universitari, il Laboratorio Speleologico e di Tecniche Fluorimetriche ETS APS di Farra d’Isonzo (GO) e il dott. Gemiti, ha dato il via al progetto che è stato portato a termine grazie al prezioso aiuto in grotta e sul terreno di un importante numero di speleologi appartenenti a diverse realtà locali quali: la Società Adriatica di Speleologia (Trieste), il Gruppo Speleologico JKKK “Talpe del Carso” (San Michele del Carso), la Società di Studi Carsici “A.F. Lindner” (Ronchi dei Legionari), il Gruppo Alpinistico Triestino, il JD Temnica, il Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer” (Gorizia), i colleghi del Geological Survey of Slovenia, il Servizio Geologico della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il personale dell’acquedotto del Randaccio (AcegasApsAmga) e del Kraški Vodovod Sežana.