Venerdì 19 aprile 2024, al “Dolphin Center” di Pirano (SLO), si è tenuta la prima riunione dei partner di “SeaInsights”, il nuovo progetto che mira a “Migliorare la conservazione e la gestione dell'Adriatico settentrionale attraverso il monitoraggio della biodiversità utilizzando eDNA e la partecipazione pubblica”, finanziato attraverso il programma Interreg Italia-Slovenija.
Il progetto coinvolge sei partner. Oltre al capofila, dalla Slovenia troviamo la Facoltà di Biotecnica dell'Università di Lubiana, l’associazione “Morigenos” (Società Slovena Mammiferi Marini) e l’azienda DivjaLabs. I partner italiani sono l’Università di Padova, l’APS “Dolphin Biology and Conservation” e la società “Shoreline”. I partner associati al progetto sono invece l'Istituto pubblico “Parco Paesaggistico di Strugnano” e quello di “Debeli Rtič”, l'agenzia pubblica per la promozione dell'imprenditorialità e lo sviluppo di progetti del Comune di Isola, l'Istituto della Repubblica di Slovenia per la Conservazione della Natura e la Regione Friuli-Venezia Giulia.
Nel primo incontro della squadra di progetto i partner sono stati informati sulle procedure relative alla realizzazione delle attività, sul calendario per la loro attuazione e i compiti di cui ciascuno è responsabile.
Il progetto SeaInsights utilizzerà il DNA ambientale (eDNA) per valutare la diversità della fauna marina dell'Adriatico settentrionale e fornire dati per lo sviluppo di linee guida per l'uso dell'eDNA nel monitoraggio della biodiversità marina. In particolare, verranno sviluppati e saranno testati strumenti innovativi per identificare i mammiferi marini a livello individuale utilizzando l'eDNA e i dati esistenti ottenuti attraverso il metodo di fotoidentificazione saranno confrontati e armonizzati per ottenere una nuova valutazione transfrontaliera della popolazione dei delfini. Il progetto svilupperà inoltre linee guida per il monitoraggio congiunto in tutta l’area del progetto. Attraverso uno studio sui servizi ecosistemici culturali, verranno identificati i benefici degli ecosistemi costieri e di alcune specie marine riconosciute dai principali attori coinvolti. Le nuove scoperte saranno integrate in uno strumento per la comunicazione e la sensibilizzazione sia di gruppi specifici che per il pubblico generalista sull’importanza della conservazione della biodiversità marina.