Un patrimonio di best practice operative, driver strategici per l’intera filiera (reverse logistics, simbiosi industriale, BIM, material bank, piattaforme digitali) e un focus mirato sul contesto transfrontaliero Italia–Slovenia.
Dopo un anno di lavoro, l’Università di Udine (Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura – DPIA) ha pubblicato un’analisi completa sulle strategie e le buone pratiche di economia circolare applicabili al settore delle costruzioni, con particolare attenzione alle ricadute per il territorio transfrontaliero. La ricerca ricostruisce come integrare i principi dell’economia circolare lungo tutte le fasi del ciclo di vita dell’edificio, dalla progettazione alla fine vita, evidenziando ostacoli, leve e opportunità concrete per imprese, professionisti e decisori pubblici.
COSA CONTIENE LA RICERCA
Nel dettaglio, il team UniUd ha:
- mappato i sistemi di gestione della filiera edile e i relativi driver di circolarità (integrazione logistica forward/reverse, simbiosi industriale, material & component bank, piattaforme digitali, BIM e blockchain), proponendo un framework pratico per passare da catene lineari a supply chain circolari “cradle-to-cradle”.
- condotto una review scientifica (Scopus, Science Direct) che – partendo da 1.252 contributi individuati con parole chiave mirate – ha selezionato 119 paper realmente pertinenti alle best practice circolari nel settore costruzioni, segnalando il forte incremento delle pubblicazioni dal 2023.
- identificato e sintetizzato in schede operative le best practice più mature e trasferibili al contesto transfrontaliero (Italia–Slovenia), rendendole rapidamente fruibili dagli stakeholder tramite descrizioni, benefici attesi, condizioni abilitanti e strumenti di supporto.
- analizzato il patrimonio edilizio transfrontaliero e le tipologie più diffuse, per capire dove e come le pratiche selezionate possano generare il maggior impatto in termini di riduzione dei rifiuti, risparmio di risorse, estensione della vita utile e contenimento delle emissioni.
LE BEST PRACTICE: UNA CASSETTA DEGLI ATTREZZI PRONTA ALL’USO
Tra le pratiche chiave messe a fuoco – organizzate per massimizzare il valore lungo tutto il ciclo di vita – segnaliamo solo alcune delle più rilevanti qui di seguito, segnalando che nella ricerca oltre a trovare ulteriori buone pratiche sono disponibili delle schede tecniche pratiche, operative ma approfondite, per ciascuna di esse:
- La progettazione orientata all'efficienza dei materiali prevede l'adozione di tecniche di progettazione e costruzione che riducano al minimo la produzione di rifiuti da costruzione e demolizione (C&DW), ma soprattutto che limitino o eliminino lo spreco di risorse, come energia e acqua, in particolare durante la fase di costruzione
- La circolarità dei materiali: che prevede la limitazione dell'uso di materie prime vergini e l'aumento del riutilizzo di componenti degli edifici non più utilizzati o di materiali riciclati, almeno in una certa percentuale.
- L’uso di materiali Bio-Based: l'uso di materiali bio-based e naturali, come il legno, il bambù e la terra cruda, è da preferire, quando possibile, ai materiali che non possono essere completamente riciclati, come i conglomerati cementizi. Una volta dismessi, questi materiali sono naturalmente biodegradabili e possono creare compost per fertilizzare i terreni produttivi
- L’uso di materiali a basso impatto: Questa buona pratica consiste nell'abbandonare le fonti fossili e non rinnovabili, ma anche quei materiali la cui estrazione, lavorazione e trasporto hanno un impatto notevole in termini di consumo di risorse e inquinamento ambientale
- Il Design for Disassembly o Design for Deconstruction è una pratica progettuale che prevede la progettazione dell'edificio, già in fase iniziale, guardando al fine vita, ovvero adottando soluzioni e redigendo un piano accurato per lo smontaggio della struttura nei suoi vari componenti
- Una progettazione mirata all'adattabilità e alla flessibilità dell'edificio permette di non far coincidere la fine della sua vita con la fine del suo utilizzo, inoltre consente, a valle di un'attenta progettazione iniziale, di cambiare e variare, con ridotta necessità di mezzi e denaro, la sua configurazione di base
- La partecipazione e/o la creazione di piattaforme e database online, dove è possibile sia raccogliere informazioni sui materiali utilizzati nei diversi edifici, facilitando i processi decisionali e la valutazione della circolarità, ma anche fornire una panoramica dei materiali o dei componenti che sono stati scartati dagli edifici e che potrebbero essere utili ad altri progettisti o imprese di costruzione, al fine di promuoverne il riutilizzo.
I VANTAGGI CONCRETI, NEI PROSSIMI MESI, PER LA TUA IMPRESA O STUDIO PROFESSIONALE
Nei prossimi mesi il progetto Circular.Buildings si occuperà di spiegare praticamente nel dettaglio e di trasferire agli stakeholder di settore tutte le buone pratiche citate nella ricerca dell’Università di Udine. Sono difatti previsti:
Video clip in cui esperti di settore spiegheranno i vantaggi e gli aspetti tecnici delle best practice individuate
Workshop pratici, in cui le best practice verranno spiegate e potranno essere discusse ed approfondite
Consulenze mirate, riservate ad un numero limitato di aziende, che verranno accompagnate nell’adozione di alcune di queste buone pratiche – chi è interessato a questa opportunità, disponibile gratuitamente grazie al supporto del progetto, può contattare sin d’ora lo staff Circular.Buildings - circular.buildings@ecipa.eu
La pubblicazione di una piattaforma WEB che raccoglierà buone pratiche, casi studio, una sezione dedicata al networking nonché un percorso per guidare imprese e professionisti con il supporto di Tool di Intelligenza Artificiale.
SCARICA E APPROFONDISCI
Gli interessati possono leggere l’articolo completo e scaricare la ricerca disponibile sul sito del progetto Circular.Buildings.
Per ricevere direttamente via email il documento di analisi o per richiedere supporto mirato nell’adozione delle best practice scrivi a: circular.buildings@ecipa.eu.