Nella parola “confine” si nascondono molti significati. I bambini iniziano a conoscere i confini sociali fin dall’infanzia. Nel percorso verso l’età adulta, l’essere umano scopre il significato dei confini regionali e nazionali, comprendendo ciò che questi portano di buono e ciò che sottraggono. I confini separano il conosciuto dall’ignoto. Il nostro dal loro. Il coraggio, la curiosità o la fuga possono portarci oltre il confine, verso l’ignoto, che si tratti dell’oltrepasso di una frontiera nazionale o della scoperta della cultura degli immigrati nel nostro territorio. Con questo processo impariamo a comprendere se l’ignoto sia davvero estraneo a noi, oppure se nell’estraneo possiamo ritrovare una parte di ciò che ci è familiare, ricordandoci che siamo tutti parte dell’umanità.
Il Museo di Tolmino ha organizzato venerdì 13 giugno 2025 una serata di dialogo sul tema delle storie e della vita di confine. Il fenomeno è stato affrontato da diverse prospettive: culturale, storica e geografica, tutte legate all’area di confine tra il Friuli Venezia Giulia e l’Alta Valle dell’Isonzo. Si è parlato di buone pratiche volte alla creazione di un turismo culturale sostenibile e transfrontaliero.
Dopo i saluti di apertura del dott. Tadej Koren, direttore del Museo di Tolmino, e di Giulia Coradazzi del Comune di Tolmezzo, la conversazione è stata moderata dal dott. Marko Klavora del Museo Goriški. Le storie di confine sono state condivise con il pubblico da parte di vari ospiti: dott. Aleksej Kalc, storico, ricercatore presso l’Istituto per le Migrazioni e la Diaspora Slovena del ZRC SAZU; Mara Černic, politologa impegnata da anni in progetti culturali nazionali e internazionali; Lojza Batistič (Luisa Battistig), curatrice del Museo Etnografico Varh Matajurja nel villaggio di Mašera e presidente della Società Alpina della Benecìa; Branko Medveš, proprietario dell’agriturismo Jelenov breg pod Matajurjem; Aljaž Škrlep, membro dell’associazione Robida, attiva nel villaggio di Topolò in Benecìa.
Il tema del confine ha spinto gli ospiti a riflettere sui rapporti umani nelle zone di confine e sulla vita in un’area geograficamente eterogenea. La vita a Trieste e nel suo retroterra, così come nell’area di Gorizia e Nova Gorica, è stata ed è diversa da quella dei villaggi della Benecìa ai piedi del Matajur o da quelli sul versante sloveno dello stesso monte. La presenza di un confine ha influenzato molte storie, anche tragiche, segnando il destino di persone e famiglie. Oggi in questa zona si scrivono nuove storie e, sebbene i villaggi lungo il confine dell’Alta Valle dell’Isonzo si stiano spopolando, alcuni giovani riescono comunque a cogliere nuove opportunità. Tra loro Aljaž Škrlep, originario di Nova Gorica, che ha scelto Topolò come sua residenza permanente. L’associazione Robida, composta da giovani artisti e intellettuali, sta restituendo un significato inedito e originale alla vita rurale. Mara Černic ha evidenziato inoltre l’esempio della Capitale Europea della Cultura transfrontaliera GO!2025, che nei territori delle città di Nova Gorica e Gorizia sta modificando la percezione dello spazio di confine.
La serata si è conclusa citando il pensiero della storica italiana Luisa Passerini, ripreso dal dott. Klavora: “Essere soli, locali, provinciali, capaci di resistere, è l’unica cosa che dà contenuto all’internazionalità.” L’evento al Museo di Tolmino è stato inserito nel festival letterario transfrontaliero "Tolmezzo – Vie dei Libri", e si è distinto come l’unico appuntamento svoltosi fuori dalla sede principale. Il festival ha avuto luogo a Tolmezzo dal 13 al 15 giugno 2025. In questa sua terza edizione, il festival ha avuto per la prima volta un’impronta transfrontaliera, resa possibile grazie al progetto DANTE.