Al termine del 2025, il progetto BioTiles: Salvaguardia e Resilienza degli Ecosistemi Lagunari ai Cambiamenti Climatici ha organizzato due giornate di formazione dedicate alla raccolta, gestione e standardizzazione dei dati sulla biodiversità. Lo stesso training è stato infatti proposto in due sedi diverse, Trieste e Capodistria, per permettere a ricercatori, tecnici e professionisti dei due Paesi di partecipare all’attività formativa e contribuire allo sviluppo congiunto del futuro HUB lagunare previsto dal progetto. L’appuntamento di Capodistria si è svolto il 10 ottobre presso il Centro Visite della Riserva Naturale di Val Stagnon, mentre il training triestino ha seguito la medesima struttura, gli stessi contenuti e gli stessi obiettivi nella giornata del 21 novembre 2025 presso la sede dell’Istituto di Oceanografia (OGS).
L’idea alla base dell’iniziativa è semplice ma fondamentale: le lagune del Nord Adriatico sono ecosistemi transfrontalieri, complessi e vulnerabili, e la loro tutela richiede una visione comune e strumenti di lavoro armonizzati. Entrambe le giornate hanno affrontato la necessità di centralizzare le conoscenze oggi sparse tra enti diversi e costruire una piattaforma condivisa capace di dialogare direttamente con EMODnet Biology, l’infrastruttura europea di riferimento per i dati marini. Come illustrato nei materiali formativi, la creazione del Lagoon Biodiversity HUB rappresenta uno dei passaggi chiave di BioTiles, poiché consentirà di ridurre la frammentazione delle informazioni, migliorare la qualità dei dati e facilitare la loro diffusione a livello europeo.
La giornata si è aperta, in entrambe le sedi, con l’intervento della dr.ssa Marina Lipizer, che ha introdotto il tema dell’Open Science e il suo ruolo nelle sfide sociali e ambientali contemporanee. Il concetto di scienza aperta, come ricordato durante la formazione, è una priorità per la Commissione Europea, che incoraggia la condivisione precoce dei risultati della ricerca e richiede che i dati prodotti dai progetti finanziati siano resi disponibili nel modo più accessibile possibile. Questo approccio favorisce la trasparenza, accresce la fiducia nella ricerca scientifica e permette una più rapida diffusione delle conoscenze, elementi cruciali per affrontare problemi come la perdita di biodiversità negli ambienti lagunari.
Successivamente, il dr. Nikola Holodkov ha guidato le persone presenti attraverso i principi di gestione dei dati sulla biodiversità e le linee guida necessarie per trasformare dataset grezzi in informazioni coerenti e riutilizzabili. È stato spiegato come la qualità dei metadati, la chiarezza delle licenze d’uso e l’adozione di vocabolari e standard internazionali rappresentino elementi essenziali per garantire che i dati diventino FAIR, cioè trovabili, accessibili, interpretabili e riutilizzabili. Come ricordato durante l’intervento, i dati non “diventano FAIR per magia”, ma richiedono attenzione, procedure precise e una cultura condivisa della gestione dei dati.
Durante entrambe le giornate, ampio spazio è stato dedicato anche alla presentazione del Memorandum of Understanding di BioTiles, illustrato dalla dr.ssa Lipizer. Il MoU rappresenta un pilastro del progetto, poiché definisce gli impegni dei partner nella condivisione dei dati, nell’adozione di standard comuni e nella costruzione collaborativa dell’HUB lagunare. L’accordo non ha solo un valore formale, ma contribuisce a creare un clima di cooperazione stabile e orientato all’allineamento con le infrastrutture europee, tra cui EMODnet.
Proprio EMODnet è stata approfondita nei materiali formativi come esempio di infrastruttura capace di raccogliere, armonizzare e rendere disponibili grandi quantità di dati, sostenendo in modo diretto le politiche europee sulla biodiversità e sui mari.
Le due sessioni si sono concluse con momenti di discussione aperta, in cui partecipanti di background diversi hanno condiviso esperienze, domande e necessità operative. Questi scambi hanno confermato l’importanza del percorso avviato: per costruire un HUB lagunare realmente efficace è indispensabile la partecipazione di tutti gli enti coinvolti, ciascuno con i propri dataset, le proprie competenze e la volontà di contribuire a una visione più ampia.
Guardando ai prossimi passi, BioTiles procederà ora alla raccolta degli inventari dei dati disponibili, all’armonizzazione dei metadati, all’assegnazione dei DOI e all’integrazione progressiva dei dataset nel sistema EMODnet. Entrambe le giornate di formazione hanno rappresentato quindi non solo un momento di apprendimento, ma anche un passaggio strategico verso la costruzione di un’infrastruttura transfrontaliera aperta, collaborativa e allineata agli standard europei.
La doppia edizione del training, a Trieste e Capodistria, ha messo in evidenza la volontà del progetto di promuovere una cooperazione autentica tra Italia e Slovenia e di costruire basi solide per una gestione condivisa degli ecosistemi lagunari. In questo senso, BioTiles non sta solo raccogliendo dati, ma sta anche costruendo una comunità scientifica più coesa, consapevole e orientata alla resilienza dei territori.
